Lo svezzamento di un bambino rappresenta sempre uno dei momenti più delicati e complessi. Il passaggio dalle poppate allo svezzamento, ovvero l’introduzione degli alimenti in forma dapprima semi-solida e poi solida, segna inevitabilmente un passaggio importante soprattutto nel rapporto madre-figlio. Ma in che cosa consiste lo svezzamento e quali sono i consigli e le strategie da seguire? Cerchiamo di scoprirlo insieme in questa nuova guida!

Svezzamento: introduzione

Seconda quanto stabilito anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità un neonato necessita del latte materno fino al sesto mese di vita. Da questo momento in poi si può parlare di svezzamento. Nella maggior parte dei caso lo svezzamento può iniziare successivamente ai 120 giorni di vita del neonato, ma è il proprio medico pediatra ad analizzare ogni caso.

Se le condizioni di salute del bambino lo consentono lo svezzamento può avvenire tra il quarto e il sesto mese di vita. In questa fase si devono introdurre nell’alimentazione del bambino cibi differenti rispetto al solo latte materno, o al latte in polvere. Il modo migliore per semplificare la fase dello svezzamento è quello di accostare nuovi sapori e odori in maniera progressiva e graduale, alternando alle poppate creme e frullati semi-solidi.

In questa prima fase dello svezzamento il bambino potrebbe dimostrarsi particolarmente restio, rifiutando i nuovi pasti. Si tratta di una reazione del tutto normale che accomuna la maggior parte dei bambini. Ma che cosa fare in queste situazioni?

Fasi dello svezzamento e consigli pratici

Nella prima fase dello svezzamento si sceglie generalmente di introdurre all’interno dell’alimentazione del bambino la frutta. In questo caso si può optare per gli omogenizzati industriali, oppure per una versione di lavorazione decisamente più casalinga, andando a ridurre in purea la polpa. Si possono quindi scegliere mele e banane, ma anche le pere, mentre per le fragole è consigliabile attendere ancora qualche mese a causa delle possibili reazioni allergiche.

La prima pappa vera e propria può essere realizzata a base di brodo vegetale, con diverse verdure frullate. Anche in questo caso si può optare per le preparazioni già pronte come gli omogenizzati. In abbinamento al brodo vegetale si può introdurre il riso in dosi pari a circa 3 cucchiai. Dal sesto mese in poi si può introdurre anche il glutine sotto forma di minestrina e cereali. Anche in  questo caso il glutine potrebbe scatenare reazioni allergiche o intolleranze.

Dall’ottavo al nono mese di svezzamento il bambino dovrà assumere circa 250 grammi di latte per colazione, aggiungendo i legumi all’interno delle pappe, ma anche carne di manzo, pollo e tacchino frullata oppure utilizzata all’interno del brodo, il quale dovrà essere sgrassato. Per condire si può ricorrere all’olio extravergine di oliva e al formaggio parmigiano grattugiato.

Il pesce può essere introdotto nello svezzamento dall’ottavo mese in poi, sempre in forma frullata. Dopo il nono mese si potrà aggiungere il tuorlo dell’uovo, gli yogurt non acidi, i formaggini all’interno delle pappe. Dal decimo al dodicesimo mese di svezzamento si possono introdurre anche nuovi formaggi e fermenti lattici. Dal dodicesimo al diciottesimo mese anche il sale iodato potrà essere aggiunto nell’alimentazione del bambino per insaporire i piatti.

In caso di rifiuto del cibo da parte del bambino è importante non perdere la calma e cercare di allentare la tensione sotto forma di ‘gioco’. Per invogliare il bambino ad assaggiare nuovi cibi si deve creare un’atmosfera serena e conviviale, cercando di distrarre la sua attenzione con giochi e attività stimolanti.