felceNel linguaggio floreale, il significato attribuito alle felci è ”Sincerità”, derivante sicuramente dal fatto che esse crescono e si moltiplicano in modo spontaneo, nei boschi.

Nelle tradizioni di molte popolazioni indigene, le felci sono utilizzate durante le feste rituali, per comporre mazzi di fiori o ghirlande, oppure per ornare le grandi conchiglie, dove vengono serviti i cibi.

Piante dalle origini esotiche, sono suddivise in più di 9000 specie, che includono piantine alte pochi centimetri, e quelle delle regioni australiane, che sono dei veri e propri alberi, alte fino a 25 metri. Anche nel nostro Paese esistono specie spontanee, che possono essere coltivate con successo, come piante d’appartamento, seguendo semplici consigli.

Ecco come coltivare le felci

Le felci prediligono un terriccio composto da 2/4 di torba, ¼ di sabbia ed ¼ di terriccio universale, avendo cura di creare un buon drenaggio, onde evitare il ristagno idrico, nocivo per la vita dell’apparato radicale.

Amano molto la luce, ma temono l’esposizione diretta ai raggi del sole, scegliete quindi un angolo ben areato, molto luminoso, ma evitando le correnti d’aria, che potrebbero far seccare le foglie.

Molto importante è la concimazione, con fertilizzante organico, aggiunto alla terra, prima di invasare la pianta, ogni quindici giorni si completerà con la somministrazione di estratto di alghe, opportunamente diluito in acqua.
Infine è consigliabile ogni settimana, irrorare le foglie con 5 gocce di stimolante organico diluito in acqua.

Le innaffiature vanno effettuate in modo che il terriccio sia sempre fresco, ma non inzuppato, per questo motivo è consigliato l’uso dei vasi a riserva d’acqua, in modo da assicurare una ben calcolata umidità alle radici, per mezzo di una specie di filtro che consente l’assorbimento dell’acqua per capillarità.

La moltiplicazione avviene alla fine dell’inverno, per suddivisione del cespo, o per disseminazione delle spore, da fare in serra.