Lasciare un’impronta della nostra presenza è quello che molti considerano una cosa importante: ma, soffermiamoci a pensare, che tipo di impronta vogliamo lasciare? Quale tipo di eredità abbiamo pensato per le generazioni future?

Tutti vogliamo un mondo “migliore”, ma che lo sia davvero. Questo non può che partire da noi: l’idea del riciclo nasce da qui ma guarda avanti, guarda al futuro, nostro e di chi verrà dopo di noi.

Capire i simboli del riciclo diventa un’azione fondamentale per mettere in moto quello che è il meccanismo dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile.

Su tuttointornoanoi.it si possono trovare molte informazioni necessarie ad applicare il modello di economia circolare nella nostra vita.

Ma vediamo nello specifico quali sono i simboli che troviamo frequentemente e spieghiamone il significato.

I simboli del riciclo

Il simbolo originale che indica il riciclaggio dei rifiuti è stato disegnato per la prima volta da Gary Anderson nel 1971 ed è formato da tre frecce che formano un nastro di Möbius: quando si trova questo simbolo vuol dire che il materiale di cui è fatto l’oggetto è riciclabile e in parte proviene da materiale riciclato.

Nel caso della plastica, si può trovare sempre lo stesso simbolo ma con all’interno un numero: quelli da 1 a 6 indicano il tipo di plastica e sono materiali riciclabili, se il numero inserito è 7, invece, indica plastica non riciclabile.

Al posto dei numeri si può anche trovare la sigla che ne indica la tipologia:

  • PET che sta per polietilentereftalato, si trova soprattutto nelle bottiglie delle bibite e in quelle dell’acqua minerale;
  • PE sta invece per polietilene ed è usato soprattutto per bottiglie di flaconi e detergenti;
  • PP indica il polipropilene, usato per contenitori di alimenti e flaconi per detersivi;
  • PS è il polistirolo, usato per bicchieri, posate monouso o per imballaggi;
  • PVC ossia il polivinilcloruro, è usato nelle vaschette per le uova, nelle pellicole proteggi alimenti e nei sacchetti.

Quando troviamo il simbolo di un omino che getta un rifiuto in un cestino, si invita a fare attenzione a non disperdere il materiale nell’ambiente.

Quindi bisognerebbe gettarlo negli appositi contenitori.

Altro invito che si può trovare è quello di appiattire i contenitori dopo l’uso per ridurne il volume.

Il simbolo a forma di esagono indica il materiale di cui sono fatti i contenitori per i liquidi.

Il simbolo circolare con le frecce che si susseguono, indica che il prodotto può essere riciclato solo nei centri di recupero e riciclaggio.

Carta, vetro, alluminio e legno

Per quanto riguarda la carta, uno dei materiali con maggiori possibilità di riciclo, possiamo trovare sempre il simbolo delle frecce ma questa volta accompagnate da una numerazione: dal 20 al 22 i numeri indicano la carta riciclabile, gli altri, che arrivano fino a 40, sono non riciclabili.

Vetro e alluminio, se correttamente conferiti,  sono riciclabili totalmente:

il simbolo dell’alluminio è ALU41, quello del ferro è FE40, dal 42 al 49 sono altri tipi di metallo,  mentre per il vetro troveremo la sigla GL seguita dai numeri che vanno dal 70 al 72 in base al colore del materiale stesso.

Il simbolo del bidone dell’immondizia con una croce sopra indica i rifiuti RAEE, cioè tutti quei rifiuti elettrici o elettronici che vanno però smaltiti in contenitori appositi o in centri di raccolta.

Per il legno la numerazione identificativa va dal 50 al 59, dove 50FOR sta ad indicare il legno, 51FOR il sughero e dal 52 al 59 altri materiali in legno.

Questi sono i simboli che si trovano con maggiore frequenza sui materiali di uso più comune e con cui più frequentemente veniamo in contatto: conoscerli bene vuol dire  anche riciclarli bene. 

Con le nostre azioni quotidiane, anche quelle che apparentemente possono sembrarci le più semplici e di poco valore, possiamo in realtà fare tanto.