L’Inpdap, ente previdenziale che si occupa di previdenza e pensioni nei confronti dei dipendenti pubblici, è ora confluito all’interno del più grande ente previdenziale italiano, ovvero l’INPS, assumendo il nome di INPS Gestione Dipendenti Pubblici. Attraverso questo nuovo ente, il vecchio Inpdap dà la possibilità a lavoratori pubblici e pensionati del settore pubblico di ottenere prestiti a tassi agevolati.

Come fare ad ottenere tali prestiti?

Bisogna innanzitutto valutare se rientriamo in una della categorie che possono usufruire di tali prestiti: dipendenti pubblici facenti parte della gestione pubblica ex Inpdap -che come abbiamo visto è ora confluita in INPS Gestione Dipendenti Pubblici- che abbiano maturato almeno 4 anni di anzianità di servizio e quindi versato almeno 4 anni di contributi alla Gestione citata; tali dipendenti devono avere un contratto a tempo indeterminato, o se a tempo determinato lo stesso non deve avere durata inferiore ai 3 anni (in questo caso dobbiamo mettere come garanzia del prestito il nostro TFR); pensionati pubblici appartententi alla gestione ex INPDAP. Anche i dipendenti degli enti locali e gli appartenenti alle Forze dell’Ordine e all’Esercito possono accedere a tale finanziamenti.

Passiamo a vedere che cosa occorre conoscere prima di richiedere materialmente il prestito. Per quanto concerne la somma di cui necessitiamo, è opportuno verificare se ci occorrono cifre basse, che corrispondano, ad esempio, a 2 o 3 stipendi o pensioni mensili, o se occorrono cifre più considerevoli. Infatti, in base a ciò, potremo optare o per i cosiddetti ”Piccoli prestiti” o per i Prestiti Pluriennali, quinquennali o decennali. Vediamo in cosa consistono sia gli uni che gli altri. Per ottenere ulteriori informazioni a riguardo, consigliamo la consultazione del sito www.prestitiinpdap24.org.

I prestiti inpdap: come si ottengono?

I ”Piccoli prestiti” sono dei finanziamenti che l’ente eroga senza che ci sia la necessità di una motivazione specifica, e che corrispondono a 1, 2, 3 o 4 mensilità, da restituire da un minimo di 12 a un massimo di 48 rate. Qualora il richiedente non abbia in corso altre trattenute in busta paga o sulla pensione, l’importo erogato può raddoppiare (”doppia mensilità”); le mensilità finanziate sarebbero quindi raddoppiate. La rata trattenuta corrisponde alla famosa ”cessione del quinto” dello stipendio o della pensione, che quindi non potrà superare il 20% di quanto si percepisce mensilmente.

La domanda deve pervenire online al sito www.inps.it, dal quale dovrà essere scaricato il modulo da stampare e compilare, e da inviare telematicamente all’INPS. Occorre a tal fine possedere il pin per l’accesso ai servizi telematici, richiedibile presso lo sportello INPS più vicino o direttamente tramite il sito internet. I Prestiti Pluriennali, quinquennali o decennali, devono invece recare una motivazione specifica (cure dentali, acquisto o ristrutturazione della casa, etc). La rata non può superare il quinto dello stipendio o della pensione (il 20% insomma); se si richiede il prestito quinquennale, le rate saranno pari 60. Per quello decennale, le rate saranno pari a 120. In ambedue i casi, la restituzione partirà due mesi dopo la concessione del prestito.

La domanda dovrà essere presentata entro un anno dall’evento e/o dalla spesa in oggetto, e dovrà prevedere la documentazione che attesti il bisogno del prestito e/o la documentazione delle spese sostenute. Occorrerà inoltre che venga presentato un certificato medico di ”sana e robusta costituzione fisica”, rilasciato entro 45 giorni prima della domanda da un medico della ASL o da un altro medico incaricato dall’amministrazione. Anche in questo caso la domanda deve pervenire online al sito dell’INPS, attraverso il pin rilasciato dall’ente e richiedibile allo sportello o tramite il sito internet.