Giorgione, il pittore che dipinse la tempesta: biografia e curiosità
- 14 Ottobre 2019
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Giorgione o Giorgio da Castelfranco, pseudonimo di Giorgio Zorzi, o Zorzo nasce in un periodo storico ricco di spunti e geni artistici (Castelfranco Veneto, 1478 – Venezia, 17 settembre 1510), famoso artista appartenente della scuola veneta.Figura molto controversa della pittura. Le sue opere non portano alcuna firma per cui risulta difficile risalire al suo catalogo. La sua vita artistica fu come un meteorite che lasciò un segno indelebile nell’ambito della pittura veneta. Considerato uno degli artisti più rilevanti del Rinascimento italiano, ha fatto in modo di orientare la pittura veneta verso un aspetto moderno, soprattutto per il colore e le delicate tonalità.
Biografia dell’artista
Della sua adolescenza prima e poi della sua gioventù si sa molto poco o niente.Una volta giunto a Venezia divenne allievo di Giovanni Bellini e l’appellativo Giorgione si riferisce sicuramente ad un’imponente altezza fisica oltre che morale. Secondo quando sostiene il Vasari nelle sua opera “Vite”, l’artista subi l’influenza di Leonardo da Vinci soprattutto con riguardo all’inclinazione artistica per il paesaggio. Il Vasari stesso ammette che l’artista è “nato d’umilissima stirpe“, ma secondo altre versioni, nel ‘600, ossia Carlo Ridolfi, riferisce una discendenza per il pittore tra le “più comode del contado, di Padre facoltoso“. Conduce una vita agiata tra i fasti degli ambienti nobiliari veneti, si circonda di lusso e belle fanciulle, le famiglie più importanti della nobiltà veneta fanno a gara a collezionare le opere incantevoli del nostro protagonista, diviene umanista amante della poesia e della musica.Nel 1510, durante un’ epidemia di peste, Giorgione si spegne a Venezia, giovane trentenne, si pensa contagiato dalla terribile malattia.
La tempesta quadro simbolico
La tempesta fu ordinata (1507-1508) a Giorgione dal nobiluomo veneziano Gabriele Vendramin ed fu oggetto di discussioni e pareri nell’ambiente di dotti veneziani. Dipinto cifrato, ad olio, appare oggetto di studio degli amici del Vendramin. L’opera va letta in un’ottica allegorica, la scena nel quadro si riferisce alla cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre e sullo sfondo: il bambino allattato che dunque corrisponde a Caino e il lampo incarna la punizione divina. L’opera si presta ad innumerevoli interpretazioni. Il quadro rappresenta un paesaggio con figure. Ci troviamo difronte ad un simbolismo celato, sicuramente vi si trova un significato ambiguo e misterioso. La tempesta come altre opere hanno dimensioni ridotte e questo elemento fu molto apprezzato dalla nobiltà veneziana durante il Cinquecento. I quadri risultavano graditi ad una clientela selezionata e ricca.I piccoli paesaggi erano descritti nei dettagli insieme a tematiche di mitologia quindi un quadro che rappresenta un paesaggio con soggetti, i dipinti di un artista attuale nella sua epoca e moderno ai nostri tempi.