L’analisi del rischio, anche nota come “valutazione del rischio”, è una parte fondamentale all’interno del processo di ricerca della sicurezza in quanto attraverso di essa si vanno ad identificare tutti i possibili pericoli che potrebbero insorgere durante il ciclo di vita di una macchina.

Con essa, quindi, si analizzano le varie problematiche con l’obbiettivo di ridurre al minimo, o azzerare per quanto possibile, i pericoli che derivano da un comportamento errato del macchinario.

In ultima istanza, un’altra delle finalità dell’analisi del rischio è quella che prevede l’individuazione e la valutazione delle misure di sicurezza adottate con l’intento di stabilire se esse siano o meno adeguate rispetto al rischio.

Naturalmente, bisogna considerare che qualunque tipologia di macchina che viene commercializzata all’interno del territorio dell’Unione Europea deve necessariamente essere conforme alla cosiddetta normativa CE.

L’analisi dei rischi all’interno della direttiva macchine

Ogni macchina può inoltre essere soggetta a più direttive vale a dire la direttiva macchine, la direttiva bassa tensione LVD, l’Atex, la PED e quella relativa alla compatibilità elettromagnetica ECM.

Come spiegato anche dall’approfondimento sulla valutazione del rischio macchine realizzato dagli esperti di Certificazionece.it, ogni singola direttiva stabilisce dei Requisiti Essenziali di Sicurezza e Salute a cui il fabbricante deve adeguarsi.

Pertanto, una delle operazione preliminari quando si vuole redigere un’analisi dei rischi sarà quella di valutare a quali, tra le varie tipologie di direttiva, dovrà essere conforme la macchina. Ecco perché la Dichiarazione di conformità, il Manuale d’uso e quello relativo alla manutenzione dovranno essere redatti tenendo conto proprio della direttiva di riferimento.

Per questo motivo si consiglia di eseguire una valutazione del rischio seguendo quelle che sono le direttive contenute all’interno della norma UNI EN ISO 14121, la quale obbliga a seguire una precisa metodologia al fine di identificare i possibili rischi e di valutarli nel modo più corretto possibile.

Inoltre, è preferibile tenere in considerazione tutte le varie normative tecniche che hanno come obbiettivo quello di specificare il preso da abbinare ad ogni rischio: così facendo si avrà la certezza di aver affrontato ogni Requisito di Sicurezza nel modo più consono.

La redazione del fascicolo tecnico

Secondo quanto stabilito dalla direttiva macchine 2006/42, ogni macchinario deve essere necessariamente provvisto di un fascicolo tecnico, di un manuale d’uso e di un manuale dedicato alla manutenzione.

La figura che, secondo la legge, si dovrà occupare della redazione del fascicolo tecnico dovrà essere una persona specificatamente incaricata ad assolvere a questo ruolo e il suo nome andrà riportato all’interno della Dichiarazione CE di Conformità di cui all’Allegato IIa e nella Dichiarazione d’Incorporazione di quasi-macchine di cui all’Allegato 2b della Direttiva macchine 2006/42/CE.

Sebbene la figura del redattore del fascicolo tecnico e di quella del datore di lavoro possano coincidere, molti preferiscono delegare la parte relativa alla documentazione tecnica a professionisti del settore adeguatamente formati; i vantaggi nel demandare a un’altra persona tale compito sono quelli che derivano dal fatto che così facendo si riusciranno a tenere aggiornati sia il fascicolo tecnico sia la dichiarazione di conformità in modo molto più agevole.

Inoltre, ciò consente anche ai produttori di macchinari che non fanno parte dell’Unione Europea (nonché agli importatori), di assegnare questa procedura a un professionista in grado di applicare con competenza le varie norme comunitarie e non soltanto più al mandatario presente in Europa.