Dare inizio ad una nuova attività imprenditoriale è un momento importante, che richiede una serie di competenze professionali e caratteriali, ma anche una buona disponibilità economica atta a sostenere le spese di avviamento della nuova attività., spese che possono essere davvero importanti. Proprio per questo motivo, sono molti i giovani che hanno necessità in questa particolare fase di fare ricorso a dei prestiti. Le soluzioni possibili possono essere di diverso tipo, cerchiamo di analizzarle insieme.

I prestiti a fondo perduto

Tra i prestiti di maggiore interesse troviamo senza dubbio quelli a fondo perduto. Si tratta di soluzioni che permettono di ottenere un incentivo o un finanziamento appunto a fondo perduto (e che quindi non va restituita) atto solitamente a sostenere l’avvio di una attività nuova o il rinnovamento / l’ammodernamento di una già presente.

A promuovere questo tipo di investimento sono enti territoriali-politici, non a caso troviamo in primis l’Unione Europea che promuove numerosi bandi che interessano vari settori. Interessanti possibilità vengono offerte anche da comune e regione. Molte iniziative, purtroppo, non sono comunicate e pubblicizzate in maniera importante, per tale ragione è consigliabile verificare su Gazzetta Ufficiale, bacheche e siti internet le possibilità offerte in uno specifico momento.

Il primo fondamentale passo, dunque, è quello di tenersi informati su quelle che sono le possibilità offerte dai vari enti; in secondo luogo sarà necessario verificare se si è o meno in possesso dei requisiti necessari. Come anticipato, infatti, gli incentivi sono atti a sostenere e stimolare alcuni specifici settori, elencati in maniera chiara e puntuale nei diversi bandi diffusi. Alla luce di questo, ci saranno dunque contributi destinati ad alcune categorie di imprenditori (ad esempio donne o giovani) e altri atti a stimolare un determinato settore (turismo, tecnologia, agricoltura, produzione sostenibile,…).

A questo punto si potrà procedere con la richiesta vera e propria, che varia in base all’ente che concede il prestito. E’ importante, in questo preciso momento, analizzare con cura la documentazione necessaria in modo da inoltrare la richiesta nei tempi e nei modi corretti.

Le proposte delle banche

Molto spesso, però, non si ha la possibilità di accedere a questo tipo di finanziamento che come intuibile risulta essere molto ambito. In casi come questo, dunque, non resta che ricorrere ai classici prestiti concessi dalle banche o dalle finanziarie. In questo caso si tratta di un prestito vero e proprio, che dunque prevede la concessione di una cifra previa restituzione della stessa maggiorata dei relativi interessi.

La particolarità risiede nel fatto molte banche prevedono che sia un consulente ad analizzare la vostra idea imprenditoriale, fissando di conseguenza le tempistiche di restituzione della cifra. Si tratta quindi nelle realtà più strutturate di soluzioni personalizzate e dedicate, che in caso di successo del business quindi possono essere facilmente sostenute.

Vi sono anche pacchetti standard dedicati proprio a chi è alle prese con una nuova attività. Con questi prodotti la banca concede al futuro imprenditore fino ad un massimo di 100.000 euro (finalizzati alle spese iniziali di avvio attività imprenditoriale). La cifra potrà essere restituita in un periodo massimo di 7 anni attraverso rate mensili, trimestrali o semestrali in base a quanto concordato. Come avviene per i mutui, sarà possibile scegliere un tasso di interesse fisso o variabile in base alle proprie preferenze.

Gli albi di settore

A metà strada tra le soluzioni a fondo perduto e quelle bancarie, troviamo i prestiti concessi da alcuni albi di categoria. Si tratta di prestiti a tassi agevolati che alcuni albi concedono ai propri iscritti che soddisfano alcuni requisiti. Non tutte le professioni garantiscono l’accesso a queste possibilità, il consiglio è quindi quello di leggere con attenzione lo statuto di riferimento ricordando che la possibilità e l’importo a disposizione degli iscritti viene solitamente fissata di anno in anno e in fase di bilancio/ ripartizione dei fondi e che quindi non sempre la presenza di questo “servizio” un anno, garantisce l’offerta dello stesso anche nell’anno successivo.